Tante le tematiche trattate, dalla riflessione sulla gestione pubblica e partecipata delle risorse idriche in Italia e in Europa, all’importanza di investimenti adeguati per un servizio efficiente agli inquinanti emergenti ed all’uso re. L’incontro è stato un’occasione per approfondire e discutere sull’acqua quale diritto umano e motore della partecipazione dei cittadini, ma anche sui conflitti di utilizzo della risorsa e sulla crisi idrica correlata al climate change.
Durante la conferenza il direttore del CNR-IRSA Vito Felice Uricchio, ha affermato che “La conoscenza è il presupposto fondamentale per la gestione della risorsa idrica poiché la conoscenza la principale produttrice di spirito critico che costituisce elemento indispensabile per ogni società che intende essere protagonista delle scelte anche quotidiane e della crescita e progresso del Paese. Abbiamo necessità di nuove conoscenze, nuovi approfondimenti e nuova ricerca – prosegue Uricchio - per fornire risposte concrete da trasferire in luoghi che soffrono di carenze croniche di risorse idriche sicure e per garantire a tutti una qualità delle acque che possa in linea con le aspettative sanitarie”.
“Per garantire l’accesso all’acqua quale bene naturale e diritto umano universale – ha dichiarato il Ministro Costa - riusciremo a diminuire le categorie di persone prive di accesso all’acqua, garantendo la distribuzione ed il monitoraggio pubblico, specificando che l’erogazione di un quantitativo minimo vitale non può essere sospesa; stabilendo che bottiglie e contenitori di plastica vadano vietati negli edifici pubblici, che l’uso di sistemi per ridurre sprechi e dispersioni deve essere incentivato e che occorre sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche relative all’inquinamento e alla dispersione delle acque.
In tale direzione sono stati citati gli impressionanti numeri riferiti all’accesso all’acqua con 2,1 miliardi di persone (30% della popolazione mondiale) che non hanno acqua potabile in casa, circa 4,5 miliardi che non dispongono di servizi igienici sicuri, circa 870 milioni di persone che utilizzano acqua contaminata ed 840.000 persone che ogni anno muoiono per tali motivi (con colera, dissenteria, poliomelite, etc.) tra essi decedono ogni giorno circa 1.000 bambini al di sotto dei 5 anni.
Sulla qualità delle acque incombono minacce documentate da pubblicazioni scientifiche internazionali: circa 9.420 interferenti endocrini corresponsabili di obesità, infertilità, dismetabolismo, danni genetici e cancro. E circa 1.200 sostanze neurotossiche capaci di agire sullo sviluppo del cervello e sulle capacità cognitive.
Il CNR-IRSA infatti, oltre al suo impegno scientifico, interviene nella fase ascendente della normativa europea per ampliare le categorie di possibili inquinanti delle acque da inserire nei monitoraggi, ai fini del superamento dell’approccio “too late, too little”. In particolare l’Istituto si è reso promotore dell’inserimento dei PFAS tra i parametri da considerare nella proposta di direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, oltre ad essere impegnato nello sviluppo di metodi screening target e non-target mediante tecnologie analitiche avanzate basate sulla spettrometria di massa ad alta risoluzione sugli inquinanti emergenti presenti nelle acque destinate alla potabilizzazione.
Anche i fitofarmaci, le microplastiche (per la loro capacità di svolgere la funzione di microassorbitori e vettori di metalli pesanti, interferenti endocrini, fitofarmaci etc.) e le molecole di antibiotici (insieme a geni di resistenza e batteri resistenti) che finiscono nelle nostre acque, rappresentano un pericolo per la salute e per l’ambiente e che deve essere opportunamente affrontato in termini di prevenzione, monitoraggio e depurazione utilizzando le tecnologie più innovative.
Infine l’impegno di IRSA-CNR è volto a richiamare l’attenzione sulla tutela degli ecosistemi acquatici, ricercando ed applicando soluzioni colte al superamento di tali criticità. Se è vero che l’accesso gratuito e continuo all’acqua è un diritto inalienabile, risulta fondamentale garantire la qualità dell’acqua disponibile quale elemento imprescindibile per la salute umana e dell’ambiente.