Potremmo avere la risposta a malattie gravi come il cancro o l’Alzheimer e avere gli strumenti per rendere il nostro Sistema Sanitario Nazionale più sostenibile ed efficiente. E ancora: potremmo conoscere se, e in che modo, i cambiamenti climatici, la dispersione di inquinanti e l’ambiente in generale, stanno influenzando la nostra salute, e quali sono le vere minacce sanitarie del futuro, semplicemente sfruttando le potenzialità dei Big Data. In questa enorme mole di dati, infatti, potrebbero celarsi le risposte alle più urgenti domande di salute: risposte che oggi possiamo ottenere grazie a metodi di analisi e tecnologie sempre più sofisticate. Serve solo volontà politica e stretta collaborazione tra università, enti di ricerca, Istituzioni e aziende. Questo il messaggio lanciato in occasione della conferenza internazionale “Big Data in Health 2019”, promossa dalla neonata associazione Big Data in Health Society - presieduta da Antonio Scala, ricercatore dell’Istituto dei sistemi complessi del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) -, in programma dal 2 al 4 ottobre a Roma, presso il CNR.
La prima giornata, organizzata in collaborazione con la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), è dedicata ai Big Data relativi all’ambiente, agli stili di vita e alla salute. Si discuterà dell’opportunità di integrare queste tre campi per poter disporre di preziose informazioni che possono aiutarci a disegnare interventi sanitari più precisi e puntuali. Comprendere nel dettaglio che certe patologie sono collegate a stili di vita poco salubri o a problemi di tipo ambientale può suggerire nuove strategie di prevenzione e cura, così come suggerire ai decisori politici dove e come intervenire.
Ad aprire i lavori della giornata, il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa: “Il valore della naturalità esprime una profonda complessità che trova riscontro negli straordinari numeri della biodiversità animale e vegetale e dei parametri ambientali che il nostro Globo registra; ma anche le minacce naturali e antropiche toccano differenti livelli di scala e di complessità procurando alterazioni e cambiamenti nella stabilità degli ecosistemi, riducendo la funzionalità e la resilienza. Gli strumenti matematici e geostatistici per lo studio della complessità ambientale e delle possibili relazioni con la salute umana rappresentano uno strumento fondamentale per la comprensione dei processi che possono impattare sulla qualità della vita”. (In allegato il discorso)
“La comprensione e l’analisi delle articolate e spesso impercettibili relazioni che intercorrono tra ambiente e salute rientrano a pieno titolo fra le questioni che necessitano di un impegno scientifico corale che, a partire dall’esame approfondito di ogni singolo componente ambientale e antropico nella sua complessità numerica, approda a una indispensabile collaborazione multidisciplinare”, afferma Vito Felice Uricchio del CNR-IRSA. “Abbiamo collettivamente necessità di strategie di analisi integrata delle informazioni ambientali e sanitarie, che ci portino al di là dell'orizzonte di corto respiro di specifiche conoscenze settoriali, sebbene specialistiche, puntando all’armonia del sapere per affrontare le sfide della tutela della salute umana e ambientale. I numeri in gioco ci consentono di comprendere l’irrinunciabilità dell’analisi ed il mining dei Big Data: dai 1.000 miliardi di specie batteriche che popolano il Pianeta e/o il nostro corpo, ai 100.000 composti chimici che disperdiamo nell’ambiente e che raggiungono i nostri organi, alle complessità che ciascuno di questi elementi porta con sé singolarmente e nella loro interazione”.
Grazie ai Big Data il sistema sanitario diventa più efficiente, riuscendo a rispondere ai bisogni reali dei cittadini.
In allegato i saluti del Ministro Costa