Venerdì, 27 Settembre 2019 10:08

Roma sede centrale CNR - convegno "Amianto: gestione del sistema e tutela della salute"

Nonostante la messa al bando nel nostro Paese da oltre un quarto di secolo, la fibra “killer” continua a mietere vittime

E’ stato ospitato a Roma, nella sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il convegno nazionale “Amianto: gestione del sistema e tutela della salute”. Durante il convegno, organizzato dal Consiglio nazionale dei geologi e dalla Società italiana di medicina ambientale con la partecipazione del CNR-IRSA, sono emersi dati sconvolgenti: circa 6000 decessi all’anno in Italia infatti sono da ricondurre alla causa amianto. Più di mille casi di mesotelioma in Puglia sono stati registrati dal 93 al 2015, con particolare incidenza nelle province di Bari e Taranto. In Italia sono 96.000 i siti contaminati da amianto censiti e presenti nel database del Ministero dell’Ambiente.

Per affrontare il problema in modo strutturale è necessaria un’azione coordinata che integri tra loro tutti gli enti statali e le amministrazioni territoriali a vario titolo coinvolte, al fine di integrare le azioni sugli aspetti sanitari, previdenziali e ambientali. A distanza di ventisette anni dall’approvazione della legge 257, oggi purtroppo sono ancora evidenti sia gli effetti ambientali che sanitari prodotti da questa fibra letale su tutto il nostro territorio.

“La gestione dell’amianto è caratterizzata da una elevata complessità per cui ha bisogno di 4 elementi: conoscenza ed informazione e sensibilizzazione riferiti agli oltre 3500 manufatti del passato contenenti amianto (filtri di pipe, strofinacci da cucina dei corredi, tende dei teatri, scarpe, lavandini, corde, cinghie delle tapparelle, etc.) - ha affermato Vito Felice Uricchio Direttore f.f. del CNR-Irsa – conoscenza dei materiali contenenti amianto che ancora oggi raggiungono il nostro territorio da Paesi esteri come Russia, Cina e Kazakistan, conoscenza attraverso la mappatura ed il censimento della presenza di amianto sul territorio ed infine la conoscenza sulle migliori tecnologie utilizzabili per la degradazione delle fibre di amianto. Allargando l’orizzonte a un contesto globale, è utile mettere a disposizione del Paese e delle Amministrazioni centrali e periferiche, la richiamata conoscenza per contribuire concretamente ad assicurare la tutela della salute umana, con la consapevolezza che l’unica forma di prevenzione possibile è impedire che le fibre di amianto possano disperdersi nell’ambiente”.

In foto: relazione Vito Felice Uricchio