Mercoledì, 25 Marzo 2020 12:41

Salvaguardia dei corpi idrici come diritto umano universale: le nuove sfide nel campo della depurazione

Da un lato la realizzazione di processi con bassa produzione di fanghi, dall’altra l’eliminazione degli inquinanti organici emergenti. Sono queste le nuove sfide del CNR-IRSA nel campo della depurazione delle acque reflue approfondite durante il servizio realizzato da Andrea Bettini con la collaborazione del CNR-IRSA per RaiNews24

L'istituto di ricerca sulle acque del CNR sta lavorando proprio su questo: sperimentare nuove tecnologie di depurazione attraverso la realizzazione di processi con bassa produzione di fanghi.

E’ d’esempio il primo impianto in scala reale di una nuova tecnologia basata sul trattamento biologico di reflui con biomassa adesa. Sviluppata dal CNR-IRSA e denominata SBBGR (Sequencing Batch Biofilter Granular Reactor) è in grado, attraverso il trattamento dei reflui con un particolare biofiltro, di ridurre fino all’ 80% il quantitativo di fango che solitamente si forma nella depurazione delle acque di scarico con le tecnologie tradizionali. L’impianto è stato realizzato a Putignano, in provincia di Bari nell’ambito del progetto “TARANTO” - Tecnologie e processi per l’Abbattimento di inquinanti e la bonifica di siti contaminati con Recupero di mAterie prime e produzioNe di energia TOtally green finanziato nell’ambito del Programma PON «R&I» 2014-2020.

Essendo i fanghi di depurazione rifiuti da smaltire, si ha un notevole vantaggio in termini di impatto ambientale da un lato, economico dall’altro: il risparmio nei costi di gestione potrebbe arrivare persino al 50%. Inoltre, la tecnologia SBBGR può essere anche potenziata mediante processi di ossidazione avanzata basati su trattamento con radiazioni ultraviolette e acqua ossigenata o catalizzatori a base di biossido di titanio supportati su matrici solide per l’ottimale rimozione deitanto discussi composti organici noti come inquinanti emergenti.

Questo termine si riferisce a composti, e loro metaboliti, la cui presenza negli ecosistemi acquatici e nelle acque di scarico non è oggetto di regolamentazione da parte delle normative vigenti sulla qualità delle acque. Tali composti per anni sono stati scarsamente studiati, oggi si pensa possano costituire una potenziale minaccia per gli ecosistemi terresti e per la salute e la sicurezza dell’uomo e sono contemplati in vari programmi di monitoraggio ambientale.

Alcuni paesi, come la Svizzera, di recente hanno iniziato a introdurre nuovi regolamenti che riguardano la quantità di residui di medicinali. Altri per ora si limitano ai monitoraggi, ma verosimilmente nei prossimi anni faranno lo stesso. In attesa dei limiti di legge in Italia, gli scienziati del CNR sono già all’opera. 

Nel link che segue il servizio realizzato da Andrea Bettini con la collaborazione del CNR-IRSA per RaiNews24, mandato in onda domenica 22 marzo in occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua.

RaiNews24 - puntata 22 marzo